C’è bisogno della repressione, delle famiglie che stiano più vicine e capiscano di più i loro figli, della Chiesa ma soprattutto per salvare i giovani di Napoli dalla spirale di violenza e di omicidi quello che è necessario è avere una opportunità che dia una spe- ranza per un futuro migliore che può arrivare solo da due segmen ti della società: la scuola e il mondo del lavoro. In questo sen- so scende in campo con una proposta concreta l’Associazione “Le Mani di Napoli” composta da artigiani della nobile arte della sartoria che a Napoli ha una tradizione brillantis- sima e secolare di grande pregio. Sono pronti a fornire corsi di formazione per chỉ ha voglia di impegnarsi e imparare questo mestiere.
Lo slogan scelto per l’occasione è molto sug gestivo: «Togliamo le pistole ai ragazzi, investiamo sulla formazione e sul loro futuro dando loro stru- menti concreti come l’ago e il filo. E il rap- presentante dell’As sociazione Damiano Annunziato a spiegare l’iniziativa: «Noi Mani di Napoli-racconta sentiamo forte il dovere di stare vicino ai ragazzi e di impegnarci in prima persona. È una nostra missione.
Stiamo lavorando già da tempo con l’università Federico II per la nascita di una Academy sulla sartoria, ma vogliamo par tire ancora prima con una for mazione da svolgere nelle scuole pubbliche, sin dai cicli primari, che dia ai giovani la motivazione giusta per avvicinarsi all’artigia nato e allontanarsi dalla strada, soprattutto dalle cattive strade. Insomma, dare una possibilità ai ragazzi fin da bambini.
Per que stoprosegue annunziato ci sia mo già confrontati con la Confraternita dei Pellegrini con la quale stiamo per definire un protocol lo d’intesa per avviare corsi sull’artigianato, coinvolgendo giovani da formare direttamente nelle nostre botteghe». Da un’alleanza tra il mondo dell’artigianato e i laici cattolici arriva una proposta che si può concretizzare subito.
Nell’Associazione sono convinti che per garantire un futuro migliore ai giovani è ne cessario investire sulla formazio- ne e sulla cultura. E la prospetti va di imparare un mestiere dove la manodopera scarseggia è mol to di più che una suggestione. Per quelli de “Le mani di Napoli” credere in qualcosa è una moti vazione affinché scatti la consa pevolezza dei valori del rispetto verso noi stessi e verso gli altri”,
I NUMERI Le aziende artigiane delle “Mani di Napoli” cubano un fatturato complessivo di almeno 15 milioni e 150 addetti. Ma quello che serve è il ricambio occupazionale perché di “sarti finiti” ce ne sono pochi e abbastanza avanti con l’età, per rinnovare il settore e la tradizione della sartoria napoletana servono iniezioni di gioventů.
«Ovviamente, poiché uno dei temi spesso sollevati è pro- prio il ricambio generazionale, c’è spazio per creare posti di la- voro. Per questo è utile sensibi- lizzare i giovani ad avvicinarsi alla professione di artigiani, anche giovani che non sono “figli d’arte”. Parola ancora ad Annunziato: La formazione incoraggia il senso di giustizia, favorisce il dialogo, stimola la presa di coscienza e il senso di responsabilità, of fre opportunità concrete di lavoro, quelle che spesso, quando non ci sono, spingono molti gio- vani a perdersi». Quindi l’annuncio: «A breve, come Associazione, convocheremo un’assemblea sul tema coinvolgendo tutte le associazioni che operano nel campo dell’artigianato.
Un pri- mo momento di confronto sarà anche la nostra cena natalizia per la quale presteremo un’attenzione particolare ai ragazzi “Monelli pasticcieri” di Nisida». L’Associazione un punta al riconoscimento Unesco per la sartoria napoletana un po’ come è avvenuto per la pizza. Del resto la sartoria napoletana è un’espressione di artigianato che ha una lunga storia e una tradizione risalente a metà del 1300, quando nacque la “Confraternita dei Sartori” come punto di riferimento della moda, non meno di Londra e Parigi.
Al- la fine del 1400 a Napoli fiorisco- no piccole industrie di lana e se-
ta proponendo tagli e tessuti ambiti in tutte le corti europee. Ed è da quell’epoca che a Napoli esi- ste un lussuoso business del turi- smo della sartoria che nella Na- poli del boom turistico ha ripre- so quota anche se con molta di- screzione i lussuosi padroni del- le super barche che attraccano nei porti della città non rinuncia- no a scegliersi un vestiti fatto a mano.