Secondo lei quali sono i canoni dell’eleganza maschile?
L’eleganza è una qualità della persona che si trasferisce a tutto ciò che tocca e non una qualità degli abiti in grado di elevare chi li indossa. Non si può scolpire il codice dell’eleganza più di quanto si possa scrivere la ricetta della felicità. Possiamo dire che l’eleganza è individualità che non viene dalla vanità, sicurezza senza fissità. Molti degli uomini più eleganti, dal duca di Windsor al nostro Gianni Agnelli, sono stati spesso trasgressivi. L’eleganza non tollera le regole, o almeno non consente di esprimerle. Non c’è nulla che mostri più eleganza di un cielo stellato, eppure le sue leggi fisiche non sono adatte a descriverla. Diciamo che i canoni si adattano a fenomeni digitali, mentre l’eleganza è quanto di più analogico esista. Ciò che di essa sappiamo, e non è poco, è che come la musica nasce dall’armonia e si perde nel frastuono. Direi dunque che l’uomo che aspira all’eleganza dovrebbe educare il proprio gusto ad una essenzialità discreta, cercando di vestire con capi e accessori che esprimano armonia con sé stesso, con la stagione e con il contesto. Tutto il resto è decorazione.
Quali sono gli errori che un uomo elegante non deve fare?
L’eleganza è un’attitudine, quindi è nel modo di fare più che nelle cose che si fanno. Tutti ne abbiamo il germe, e per lasciarlo emergere basta evitare ogni comportamento sgraziato, come giudicare altre persone o voler prevalere nelle discussioni. L’esercizio del rispetto conduce un uomo all’eleganza più di quanto possa fare io come sarto. Certo, ci sono scelte estetiche che amplificano e altre che mortificano questa condizione dello spirito. Tra queste ultime citerei l’abuso di braccialetti, calzature trainer, pettinature spigolose e, per quantoriguarda gli abiti, fogge troppo corte, troppo attillate, insomma troppo di qualsiasi cosa.
Vuol dare qualche consiglio?
Un uomo ha poco da guadagnare a svestirsi, anche se possiede un bel fisico. Suggerisco di evitare in città le maniche e i pantaloni corti, le camicie troppo aperte, gli abiti completi senza cravatta o senza calze. Grande importanza va data ai soprabiti. Chi mira ad avere un vero guardaroba e non un semplice armadio zeppo di roba, non può fare a meno di un paio di impermeabili e almeno un cappotto da giorno e uno da sera. Parlo di cappotti veri, di sartoria e in tessuti classici, non di porcherie sintetiche o trapunte imbottite da soccorso alpino.
Quali sono i suoi clienti più “importanti”?
Quelli da cui ho qualcosa da imparare.